Cos’è il Tae Kwon Do

IL TAE KWON DO

La traduzione letterale di Taekwondo è : “L’arte di calciare e di colpire di pugno”. Infatti, “tae” significa calciare, “kwon” significa colpire di pugno e “do” significa arte. Tale traduzione è però limitativa in quanto “do” in coreano implica anche un concetto di natura filosofico-comportamentale, o più semplicemente uno stile di vita che permette di raggiungere una più approfondita conoscenza di se stessi e, in definitiva, rappresenta lo scopo ultimo del Taekwondo. Il Taekwondo, antica arte marziale coreana, (da cui la relativa terminologia) privilegia nelle sue tecniche l’uso delle gambe e dei calci conferendone una grande efficacia e spettacolarità. Le prime testimonianze del Taekwondo, allora denominato Tae Kyon o Subak, arrivano dall’antica Corea intorno all’anno 50 a.C. La Corea era divisa in 3 regni e il Tae Kyon era un sistema di combattimento praticato dagli Hwarang, le truppe scelte del regno di Silla. Come già detto il Taekwondo nasce come disciplina filosofico comportamentale ed infatti troviamo codificate 11 norme che ne chiariscono molto bene tale natura : Fedeltà al tuo paese – Rispetto dei tuoi genitori – Fedeltà alla sposa – Rispetto dei tuoi fratelli – Lealtà verso gli amici – Rispetto degli anziani – Rispetto dei tuoi insegnanti – Non uccidere ingiustamente – Spirito indomabile – Fedeltà alla tua scuola – Termina ciò che inizi.

Durante la sua millenaria storia, il TAEKWONDO subisce innumerevoli cambiamenti e lentamente assume la forma odierna, che viene codificata dalla Word Taekwondo Federation dopo la seconda guerra mondiale. Il TAEKWONDO è al livello mondiale una delle arti marziali più diffuse con oltre 20 milioni di praticanti in ben 140 nazioni. Grazie a tutto ciò, il TAEKWONDO è stato incluso come sport dimostrativo alle olimpiadi di Seoul nel 1988 e di Barcellona nel 1992, per entrare definitivamente come sport olimpico effettivo nelle olimpiadi di Sydney nel 2000. Nel dicembre dello stesso anno il taekwondo ottiene il riconoscimento di disciplina olimpica permanente.

Il TAEKWONDO approda in Italia nel 1965 grazie ai maestri Park Sun Jae, Park Young Ghil, Park Chun Ung ed oggi, dopo 30 anni, il Taekwondo in Italia è in continua ascesa con oltre 350 società e 14000 tesserati e con la FITA, (Federazione Italiana Taekwondo) ha ottenuto il riconoscimento di federazione sportiva nazionale del Coni.

I VARI ASPETTI DEL TAEKWONDO

Nella versione moderna di questa arte marziale, si possono identificare 3 attività, che pur integrandosi tra di loro armoniosamente, danno luogo a diversi modi di intendere il TAEKWONDO. Il primo aspetto è sicuramente quello del COMBATTIMENTO che vede prevalere l’aspetto tattico, agonistico. Gli atleti, opportunamente dotati di protezioni e con un regolamento adeguato, disputano incontri con un regolamento simile al pugilato in cui si può vincere sia per punti, sia per K.O., evento peraltro molto raro. E’ soprattutto grazie a questo tipo di regolamento che salvaguardia l’incolumità degli atleti e ne esalta le caratteristiche spettacolari, che il TAEKWONDO ha ottenuto il riconoscimento di sport olimpico. Secondo aspetto è quello relativo alle FORME, che altro non sono che l’esecuzione di sequenze di movimenti prestabiliti di fronte ad avversari immaginari. Con questo esercizio l’atleta affina le proprie capacità tecniche e di concentrazione ed anche un combattente trae vantaggio dalla pratica delle forme. Terzo ed ultimo aspetto riguarda le DIFESE PERSONALI e le PROVE DI POTENZA. Nel primo caso si imparano ad utilizzare le tecniche di braccia e di gamba, al fine di fronteggiare uno o più avversari durante un’ipotetica aggressione. In questi casi si utilizza tutto il bagaglio tecnico del TAEKWONDO, cosa che non è ammessa nel combattimento sportivo, per ovvie ragioni di salvaguardia dell’incolumità dei 2 atleti. Si hanno quindi tutta una serie di tecniche che utilizzano leve, proiezioni, colpi ai punti vitali e naturalmente tutte le tecniche di gamba tipiche di quest’arte marziale. Al contrario di altre discipline che prevedono una serie molto ampia di tecniche di difesa personale, il Taekwondo risulta più povero di tecniche, ma la relativa semplicità delle stesse ne aumenta molto l’efficacia ed il campo di applicazione. Con le prove di potenza, gli atleti, prevalentemente cinture nere, dimostrano l’efficacia delle tecniche su tavolette di legno. L’efficacia delle tecniche non è da intendersi esclusivamente come dimostrazione di ‘forza bruta’, ma soprattutto come capacità di eseguire la tecnica senza riportare danni sulle mani o sui piedi, e di colpire il bersaglio che spesso si trova a due metri e oltre dal suolo.

Esistono zone delle mani e dei piedi con le quali il praticante di Taekwondo impara a portare i colpi. Colpendo con queste zone si ottiene di concentrare tutta la forza in una superficie limitata e molto resistente, tale da permettere di rompere il bersaglio.

Come in tutte le arti marziali, esiste una suddivisione dei praticanti in cinture dalla Bianca alla Nera, e a seconda del grado vengono insegnate tecniche e praticate diverse attività per giungere in modo armonioso alla comprensione del Taekwondo. Anche la preparazione fisica ha un ruolo determinante nella pratica del Taekwondo, il corpo deve essere agile, flessibile, ed allo stesso tempo resistente; inoltre ogni praticante attraverso gli esercizi di preparazione arriva a comprendere meglio il proprio corpo, a vederne i limiti e le potenzialità.